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Paralleli
Associazione di Volontariato |
7 luglio 2011
BENEDETTA AUTONOMIA!
di Marisa Melis
Ho sempre pensato che avesse un'importanza relativa, per mia figlia, memorizzare la data di quando Cristoforo Colombo scoprì l'America: queste ed altre nozioni, per il suo bagaglio culturale, lasciano il tempo che trovano mentre, invece, lavorare sulle autonomie lo trovo indispensabile, è uno dei tanti bellissimi traguardi da raggiungere (anche per noi genitori, che siamo gli artefici di tutto il lavoro che sta a monte....).
Leggere, scrivere.... ok benissimo: ma a cavarsela nella vita, chi glielo insegna?
Noi genitori!
C prodighiamo in ogni modo perchè riescano a comunicare chiaramente ANCHE con gli altri, gli estranei; noi li capiamo benissimo, anche quando dicono frasi appena accennate, noi già sappiamo cosa vogliono raccontarci.
Per l'autonomia si comincia quando i ragazzi hanno una certa età, noi per esempio abbiamo cominciato negli anni delle scuole medie.
Abbiamo cercato e cerchiamo il più possibile l'inserimento della ragazza nella società: dando dei piccoli compiti, per esempio le commissioni da svolgere all'edicola, al panificio, al market, nelle farmacie.
Tutto questo con la nostra super-visione, controlli a distanza, monitoraggio passo passo con il cellulare.
Il cellullare! Questo oggetto misterioso che mia figlia usava solo per fare i giochini e per mandarlo ko, ce n'è voluto per farle fare il lavoro per il quale è stato inventato: comunicare.
Comunque sia, lei lo teneva spesso staccato e quando partiva per i campi scout era un angoscia non poterla sentire ed avere notizie solo da chi l'accompagnava.
Comunque il suo rapporto con il telefono è che serve a lei per chiamare e non a noi per sentirla.
Per le autonomie il lavoro è iniziato già parecchi anni fa:
Prima si è affrontato l'attraversamento della strada sulle strisce pedonali: quanta ansia quel giorno! Un'eternità per farlo, perchè avevamo spiegato che doveva passare solo quando le auto erano a grande distanza. Affrontate le strisce pedonali, poi praticamente il resto è stato più facile.
La paura al market di chiedere le cose non esisteva (non vuole mai chiedere informazioni): già negli anni aveva fotografato i reparti e conosceva dove stavano i vari prodotti. Il problema era ed è sempre il rapporto con i soldi.
Un passo gigantesco la gestione dei soldi: pur conoscendoli, i problemi grossi consistono nel sommare le monete, abbiamo insegnato delle strategie per non essere "sgamata", la mandiamo sempre con 5 o 10 euro alla cassa e quando viene dato il resto, deve dimostrare agli altri d'aver dimestichezza con i soldi.
Gli acquisti che vengono fatti sono sempre di 2 o 3 oggetti, per far lavorare la memoria senza scrivere nessun biglietto.
C'è da dire che in una città è molto più difficile insegnare a destreggiarsi per un disabile nei vari contesti dove si acquista, i paesi sono realtà più protette dove tutti si conoscono e possono venire incontro alla persona in difficoltà.
In città si vive diversamente, ognuno marcia per conto suo, tutti corrono ed i nostri lumachini, se non li instradiamo nel tempo dovuto, perdono il treno.
Andare in farmacia con le ricette e la tessera sanitaria: un altro bel traguardo, avere la pazienza di prendere il numero ed attendere in fila, per una persona che non sta mai ferma è una vera prova di autocontrollo e socialità.
Per genitori di "normodotati" tutte queste sembreranno delle fesserie, per noi sono belle vittorie.
Andare al parco con la bicicletta ed il cellullare, anche quello è stato un grande passo.
Una volta al parco, la chiamavamo ogni 5 minuti per essere tranquilli che tutto procedesse bene. Ogni tanto qualche spavento l'abbiamo avuto, quando è uscita dal parco, è andata in giro con la bici nelle strade del quartiere. Noi a cercarla e lei con il cellulare staccato, beatamente che aspettava che il semaforo diventasse verde per inforcare la bici, incurante dell'ora e del caldo - per lei gli orari non contano, certi pericoli non li ha capiti...
Che dire? Non ha visto pericoli, "Mamma ho rispettato il semaforo, non passo con il rosso": questa è stata la sua risposta! Beata innocenza!
Cercando sempre di rassicurarli ed incoraggiarli ecco che loro vincono la paura e riescono ad ottenere dei risultati, purtroppo noi genitori non possiamo stare tranquilli perchè i nostri ragazzi sono troppo ingenui, e la nostra paura è che, nonostante i nostri avvertimenti, talvolta seppur non intenzionalmente, trasgrediscono alle consegne.
In questo mondo ci sono e ci saranno sempre i lupi cattivi ed i nostri ragazzi sono Cappuccetto Rosso. I guardiaboschi non ci saranno per sempre....
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